La storia della vita della Signora Giuseppina MORINI in ZOLFANELLI
È nata il primo dicembre di cento anni fa a Pinerolo Pò in provincia di Pavia, in Lombardia. Cento anni fa, proprio oggi. Cento stagioni sono passate, cento primavere. «La vita è corta ma larga »ha detto Oscar Wilde.
Per la Signora Giuseppina ZOLFANELLI, la vita è lunga e piena. Si potrebbe facilmente scriverne un romanzo. Bisogna comunque riassumerla e far astrazione di molti avvenimenti.
La Signora ZOLFANELLI si chiama Giuseppina, meglio conosciuta come Pina.
La spensieratezza della piccola Pina non è di lunga durata , la guerra, la prima guerra mondiale le ha strappato il papà, Marco che ha lasciato una moglie e tre bambine. Pina è la maggiore, non ha ancora otto anni. Non ha tempo di piangere sul suo destino, bisogna aiutare la mamma. Di continuare la scuola non se ne parla neppure, Pina è mandata a Milano per lavorare come domestica presso due professoresse zitelle, il cui nipote, un giovanotto colto, le fa scoprire i musei. La sua passione per la pittura nasce a quell’epoca. Le due signorine vogliono bene alla bambina e le consigliano d’imparare un mestiere.
Nel frattempo, la famiglia si trasferisce a Voghera, a sessanta chilometri da Milano. Bisogna fare in fretta, non c’è tempo da perdere, Pina impara a fare la parrucchiera, la pettinatrice come si dice in Lombardia in tre mesi. Poi apre il suo salone a casa sua. Per fare pratica, non fa pagare le permanenti nè, le messe in piega, tutto è gratuito. Pina ha il senso degli affari, la clientela si precipita.
Ma questo non le basta: vuole imparare a dipingere. Caneta, un giovane pittore della regione è innamorato di lei, la inizierà, le insegnerà le basi della pittura all’olio. Pina è dotata, impara presto. Rifiuta di sposarlo perché preferisce la sua indipendenza. Continua a dipingere come autodidatta. Tutti i lunedì, giorno di chiusura, Pina inforca la bici, prende una tela e il suo cavalletto sul portabagagli per scovare un angolo di campagna per trasformarlo in un quadro. I muri del suo salone sono ricoperti di tele. Le clienti sono felicissime, Pina vende le sue prime opere.
Il cielo si oscura, la seconda guerra scoppia. I bombardieri sorvolano la città. Da lontano, Milano brucia, il cielo è in fiamme. Bisogna fuggire in campagna per nascondersi.
Arrivano i giorni migliori. La guerra è finita. Pina insegna il mestiere a sua sorella Olga Marina e tutte e due lavorano come parrucchiere, in Via Emilia, a Voghera.
Le signorine Morini sono delle ragazze. La minore Leila, prima studia e poi si sposa. Pina invece è ancora nubile. È convinta che il suo amore si trova laggiù, dall’altra parte del mare e non vuol sentire parlare di matrimonio. Gli spasimanti sono congedati.
Siamo ora nel 46. Pina e sua sorella Olga adorano ballare. A Salice Terme, Pina incontra Piero, un bellissimo giovanotto appena tornato dall’Eritrea dove è stato fatto prigioniero, come tutti gli italiani che si trovavano là. È dunque lui, l’amore che viveva di là del mare. Piero le chiede di sposarlo e di andare a vivere a Ginevra. Pina non esita. D’allora, adotta il diminutivo che le dà suo marito. Ecco che Ninny e Piero, la fede al dito fa parte della prima onda d’immigrazione e arrivano in Svizzera.
Il Signor Piero Zolfanelli lavora come cameriere al Landolt, ristorante mitico di Ginevra, a due passi dall’università. Suo fratello è il proprietario.
La signora Zolfanelli che ha lavorato dall’età di nove anni, non lavora più. Dipinge. Ma bisogna anche occuparsi della casa, del bucato. In quel periodo, non ci sono ancora le lavatrici. Il bollitore da mettere sul gas è pesante, troppo pesante quando si è incinta. Così, una mattina del 1950, la signora Zolfanelli diventa a quarant’anni, mamma di una piccola prematura chiamata Mariella!
Due anni più tardi, nasce il piccolo Marco a Voghera perche la Signora Zolfanelli è andata da sua sorella ad aiutarla a mettere i bigodini.
Il Signor Zolfanelli è sempre cameriere ma ha voglia di aprire il suo ristorante. Siccome la Signora Zolfanelli ha studiato qualche anno di più di lui per permettere al suo sposo di realizzare il suo sogno, impara la contabilità e supera con successo gli esami di “Cafetier-restaurateur.“Può dunque aprire un ristorante perché lei ha il diploma!
Quando, abitualmente, la gente va in pensione, gli sposi Zolfanelli, loro, lavorano in proprio. Avranno in gestione il Continental ai Pâquis, il ristorante sul battello Vevey della C.G.N. poi il Versailles in viale Aïre e finalmente, l’ultimo in città, la Cremère.
Durante tutti questi anni, i tubi di pittura all’olio si sono seccati perché c’era da occuparsi della contabilità, della famiglia e della stiratura delle tovaglie del ristorante… Mariella e Marco studiano. Mariella diventa insegnante e Marco impiegato. Piero e Ninny riescono a dare ai loro figli sonoro fiero della loro situazione.
Il Signor Zolfanelli lavora molto. E periodi di congedo sono rari quando si ha un ristorante. La sua salute diventa fragile. Sua moglie lo sostiene e la accompagna con amore. Muore nel 1991.
Il vuoto è immenso. Piero non è più qui ora. I figli sono già partiti da molto tempo. Le tele aspettano Pina. La sua passione si fa viva di nuovo. Si rimette a dipingere, ora ha tutto il tempo per se. Sarà un meraviglioso modo per superare il suo dolore.
Gli anni passano. La Signora Zolfanelli dipinge, dipinge. Le tele si accumulano. Qualche mostra è organizzata. Ora ha più di novantacinque anni. Vive ancora a casa sua. Fa la spesa, le pulizie, va in centro in autobus. Vive come una giovincella.
Ma l’estate del duemilasei è caldissima. Fa caldo, troppo caldo nell’appartamento in “chemin des Sports. “ La signora Zolfanelli manifesta segni evidenti di malessere. Dopo aver passato qualche giorno a Bellevue da sua figlia, la signora Zolfanelli finisce per rimanerci nove mesi.
La Signora Zolfanelli è finalmente accolta nella casa di riposo “Les Pins” nell’aprile del 2007. È una delle prime residenti.
In filigrana, attraverso gli avvenimenti della sua vita, appare la sua straordinaria personalità. Veramente moderna, la Signora Giuseppina Zolfanelli ha vissuto come una donna del giorno d’oggi. Pronta a raccogliere delle nuove sfide.
La Signora Giuseppina Zolfanelli ha una vitalità fuori del comune che prende la sua forza nell’amore della vita, della sua famiglia e nella sua passione per la pittura. Vede le cose e le persone con uno sguardo birichino. Ha un senso dell’humour, una gentilezza fuori del comune e una bella salute.
La Signora Giuseppina Zolfanelli ne è la prima sorpresa: “ chi l’avrebbe pensato? Come il tempo passa presto, è già il mio compleanno? M l’ho festeggiato solo ieri! La vita è un cinema!”
La vita è corta ma larga. In una vita, come quella della Signora Giuseppina Zolfanelli si mettono tante cose… Oscar Wilde ha ragione!
Mariella Zolfanelli
26 novembre 2010